Studio e approfondimento dei testi sacri
Abramo , l'Amico di Dio di Fratel Gaio
Il terzo personaggio biblico vicino alla Voce Essenziale che studieremo è Abramo. Patriarca, capostipite delle tre grandi religioni (Giudaismo, Cristianesimo ed Islam) che lo riconoscono Profeta ed Inviato da Dio, padre di tutti i Profeti, aveva 75 anni quando ebbe l’ordine di raggiungere Canaan. Fino a quel tempo aveva vissuto con la famiglia ad Ur, in Caldea, dove aveva sposato Sarai. Dopo la morte di suo fratello Haran, andò via da Ur con la moglie ed il nipote Lot (figlio di Haran), capeggiati dal padre Theran e si stabilì a Charan (Gn 11:28,31).
|
|
Vattene dal tuo paese e dal tuo parentado e dalla casa di tuo padre, nel paese che io ti indicherò: ed io farò di te una grande nazione e ti benedirò e renderò grande il tuo nome e tu sarai fonte di benedizione. Benedirò quelli che ti benediranno e maledirò chi ti maledirà ed in te saranno benedette tutte le famiglie della terra.” (Gn. 12:1-3)
L’esistenza di Abramo ha un “senso”: egli è seme per il futuro, è padre di una “discendenza”.
|
|
Dio glielo dice chiaramente ed Abramo ci crede.
Questo “senso” è spesso ciò che ci manca. Viviamo, per la maggior parte delle volte, senza esso o lo sostituiamo con scopi illusori. Abramo, invece, comprende, come tutti i grandi Uomini, che egli può sopravvivere alla morte imparando a vivere davvero. Esce, in questo modo, dal ciclo meccanico e diventa un “artista”; coltiva il seme della Voce Essenziale, della sua natura più profonda, e la segue. Crede nella Promessa racchiusa in se stesso ed inizia ad agire per attuarla.
Il primo passo essenziale è racchiuso nel comando divino: vattene dalla casa di tuo padre. E’ un invito a rompere il legame che lo lega con la sua infanzia (con le cose note), a non rimenare bambino. La Realizzazione e la Maturazione spesso iniziano con un distacco: “Vattene!”. Questo imperativo è esortazione, per tutti noi, a non commettere sempre gli stessi sbagli; a muoverci verso nuove dimensioni dell’essere, a non cadere trappola degli schemi “a cerchio”.
Abramo ascolta Dio, ha fiducia in lui e parte. È tipico di tutti gli uomini risvegliati, di tutti i grandi Profeti: il coraggio di fare ciò che la Voce Essenziale gli detta.
|
L’Eterno appare ad Abramo, appena giunto a Canaan: “Io darò questo paese alla tua progenie.” (Gn. 12:7) Come un segugio, Abramo sente “l’odore” della Voce, ne percepisce la presenza e si muove verso.
E quando la Voce gli parla, costruisce “altari” (Gn. 12:7), pone pietre fondamentali nel suo essere, pilastri inamovibili. Ma anche per lui giunge il momento della prova: “Or avvenne nel paese una carestia; e Abramo scese in Egitto per soggiornarvi, perché la fame era grave nel paese.” (Gn. 12:10)
|
|
L’Egitto è immagine di schiavitù, del “mondo meccanico” ed automatico, del “sonno”.
Fa parte di una simbologia ancora più vasta:
a fuga del popolo ebraico dall’Egitto (che studieremo quando parleremo di Mosè) è squisita metafora della fuga dalla prigione dell’ego (vero carcere dal quale evadere). Ben conosciuta nel sufismo tale significato “nascosto” dell’Egitto della personalità. Rilevata anche da Hakim Sanai (poeta sufi persiano – X sec.) quando nei distici del suo “Hadiqat” scrisse: “Se tu fossi un potente sulla Terra diresti, parola per parola, ciò che disse il Faraone, che nell'infinita sua insolenza e stoltezza, rifiutando ogni servizio e sottomissione, strappò il velo delle sue azioni dicendo: ‘Io sono il più grande dei Re, io sono al di sopra dei Principi di questo mondo’. Tutti han quest’insolenza e quest’orgoglio; tali parole sono la seconda natura d'ogni uomo ma, temendo di divulgare il loro segreto, cercano di nasconderlo anche a se stessi.”
L'articolo prosegue sulla dispensa continuando il racconto di Abramo e spiegando il suo significato simbolico, e di come la terza forza agisca nella vita di Abramo per spezzare il triangolo Abramo (essenza) Sarai (personalità) Faraone (l'ego illusorio).
|
|