A questo proposito ricordo una storiella zen, ripresa anche dai sufi, che racconta di undici personaggi che dovendo attraversare un fiume, dopo un lungo viaggio, si fermarono per verificare la presenza di tutti. Eppure ogni volta che si contavano credevano di essere in dieci perché chi contava non includeva mai se stesso.
L’Enneagramma è una figura ad undici zone o punti, un “endeca-gramma” più che un “ennea-gramma”; questa particolarità potrebbe metterlo in relazione con un’altra immagine sacra, molto più nota ed antica, che è l’Albero della Vita cabalistico (Otz Chiim)? La risposta è affermativa ed anche sotto il profilo storico le corrispondenze risultano interessanti.
L’Enneagramma, simbolo della misteriosa Comunità di Sarmoung dove Gurdjieff dice di averlo rinvenuto, è, per più di un autore, un simbolo d’impronta islamica o sufi.
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Interessanti al riguardo sono le opinioni di Arnold Graf (studioso ed allievo della Quarta Via), il quale afferma che il termine “Sarmoung” può anche essere tradotto con la parola “api”. Ciò sta a simboleggiare il fatto che il gruppo di cui faceva parte Gurdjieff era composto da individui che assimilavano il succo della conoscenza da “fiori” o fonti diverse.
Un’altra ipotesi assimila Sarmoung alla congregazione Sufi Naqshbandi’a’, chiamata anche la “Confraternita delle Api”. Di certo le influenze sufi sull’insegnamento di Gurdjieff sono innegabili.
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Troviamo molte immagini simili all’Enneagramma nelle opere grafiche di Raimondo Lullo, influenzato fortemente dalla Comunità Islamica dei Fratelli della Purezza (X sec.) che lo hanno probabilmente lasciato in eredità alle successive scuole formatesi nel corso del tempo. Se, quindi, è plausibile ipotizzare che l’Enneagramma sia un simbolo vicino alla tradizione islamica, che relazione ha con l’Albero della Vita ebraico?
L'Articolo continua cercando di dare una risposta a questa domanda, riscoprendo la sacralità del simbolo dell'Enneagramma ed il suo significato profondo.
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