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Attenzione, attenzione divisa e Presenza: quali differenze?


 

Come sviluppare il Ricordo di Sé
di Giovanni Quinti

 

Se il ricordo di sé è così auspicabile, perché è anche così difficile da mantenere?

Innanzi tutto è importante ricapitolare a cosa serve l’attenzione, l’attenzione divisa ed il ricordo di sé, fasi precise dello sviluppo reale, che impropriamente vengono considerate sinonimi dello stesso processo.

Per poter crescere, modificando il proprio stato di fissazione, l’uomo deve per prima cosa avere a sua disposizione una buona quantità di energia che glielo permetta. “Mi sento svuotato” oppure “Non ce la faccio” sono affermazioni che indicano il fatto che non assimiliamo le giuste “sostanze” ausiliari allo scopo evolutivo. L’attenzione è lo strumento che ci permette di trasformare le forme di nutrimento ordinarie (gli alimenti, la respirazione e le percezioni) in cibo sottile per i nostri centri inferiori (l’emotivo, l’intellettuale e l’istintivo-motorio) che, ricevendo nutrimento “rarefatto” dall’attenzione hanno la possibilità di acquisire quella velocità che più li avvicina ai Centri Superiori. Un uomo che vive in maniera decentrata la propria vita, che è completamente fuori di sé, che non si ferma a riflettere (cioè a porsi davanti ad uno specchio), immaturo e meccanico, raffina il nutrimento in maniera grossolana. Non potrà servire per cibare quel “maggiordomo interinale” (quella parte di noi che ci dovrebbe spingere a lavorare costruttivamente su noi stessi) che ci aiuti nell’acquisizione di una volontà.

Le emozioni negative, l’immaginazione di eventi negativi, l’autocommiserazione ecc. distruggono qualsiasi sostanza sottile che la nostra macchina produce ed impediscono ai centri inferiori di “mettersi in sintonia” con i Centri Superiori, i Centri Arcaici della mente umana. L’uomo (che il Buon Dio ha costruito in maniera perfetta), soggetto a questa dispersione di energie, si difende attraverso un meccanismo che lo ripara dall’esaurimento di forze, mettendolo in stand by: il “sonno da svegli”. In tal modo la macchina potrà riacquisire le energie minime che le serviranno per generare il prossimo “lampo” di risveglio. Il problema è che siamo soggetti a continua perdita di energia e quindi la macchina non riesce a compensare una dispersione così vasta. Qual è la soluzione?

Per incrementarne la produzione dobbiamo iniziare a concentrare le energie prodotte, evitandone gli

sprechi, avendo chiari gli obiettivi per cui le impieghiamo. Dobbiamo cioè esercitare l’attenzione su scopi specifici, cercando di realizzarli senza  fughe inutili.

Non sto parlando di scopi su vasta scala, gli obiettivi di una vita o le intenzioni di “rivoluzionare il mondo”, ma di scopi molto piccoli ed utili, sia per sé, che per uno scopo più grande. Questa dedicazione alla realizzazione di compiti, per uno scopo più grande, viene spesso utilizzata dalle scuola della Quarta Via per aiutare gli allievi che ne fanno parte a canalizzare la produzione energetica.  Ma non pensiamo che tali sforzi siano il traguardo. L’obiettivo è il ricordo di se, ma per raggiungerlo è necessario conoscere una fase intermedia del lavoro da svolgere: l’attenzione divisa.

 

L'Articolo continua spiegando le differenze tecniche, necessarie per ciascun allievo, sull'attenzione, l'attenzione divisa ed il ricordo di sé. Cos'è il Ricordo di Sé? Come ottenerlo?

 

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