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Oscar e la dama in rosa
Schmitt Eric-Emmanuel ed Rizzoli
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Caro Dio,
grazie di essere venuto.
Hai scelto davvero il momento giusto, perchè non stavo bene....
Questa è la storia di un bambino di nome Oscar.
Un bambino di dieci anni, pieno di curiosità verso il mondo, vivace, generoso, con una grande voglia di farsi degli amici. Ma Oscar è malato, e vive in ospedale. Soffre di una grave forma di leucemia, che non può essere curata. I medici non hanno ancora avuto il coraggio di dirglielo, ma Oscar sa benissimo che presto morirà.
E’ stata Nonna Rosa a dirglielo. Sempre vestita di rosa, l’anziana donna è l’unica persona adulta con cui Oscar si possa confidare, l’unica con cui stringere un sincero legame d’affetto. E così, quando Nonna Rosa gli propone un gioco un po’ bizzarro, Oscar accetta subito. Le regole sono molto semplici. Basta fingere che ogni giorno duri dieci anni, e poi scrivere tutti i giorni una lettera a Dio nella quale raccontare le esperienze di un intero decennio, le fantasie e le paure, il rapporto conflittuale con i genitori e l’amore innocente per Peggy Blue, una bambina ricoverata nello stesso istituto.
Tredici giorni, dodici lettere: tenere e coraggiose, ricche di sorprese, di momenti poetici, di personaggi buffi e scapestrati... come la vita. Lettere che raccontano, tassello dopo tassello, la storia amara eppure rassicurante di un’amicizia irripetibile e di un piccolo, indomito guerriero che rifiuta le ipocrisie degli adulti e si getta serenamente alla scoperta dell’ignoto, del grande mistero che si spalanca oltre le porte dell’esistenza.
Schmitt ha scritto una nuova fiaba metafisica nella quale spicca l'implacabile vitalità della speranza. Ad un mondo adulto insensibile e distratto, se ne contrappone un altro, attento e complice.
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La via per Isfahan
Gilbert Sinouè ed Neri Pozza
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Abu Alì ibn Sina, il grande Avicenna, il principe dei medici e dei filosofi, la cui saggezza e il cui sapere abbagliarono, agli inizi del secondo millennio, califfi e visir, principi e mendicanti, capi militari e poeti, suscitando ammirazione e stupore tra le genti d'occidente.
La via per Isfahan non è soltanto l' avvincente racconto della vita e delle gesta di uno dei sommi sapienti dell' Islam, al tempo in cui l'Islam era una grande e tollerante civiltà. », innanzi tutto, uno straordinario romanzo d'avventura che, attraverso gli occhi del suo discepolo Jozjani, ci riconduce sulle strade della Persia che abbiamo sempre sognato: tra le distese desertiche e salate dove, in mezzo a oasi lussureggianti, sorgono città di una bellezza incomparabile, e le carovane scaricano gemme e spezie del paese giallo, armature di Siria, avori di Bisanzio; nei bazar, dove le narici si gonfiano di profumi rari e aromi preziosi, e pellicce, ambra, miele e schiave bianche seducono i viandanti; nei deserti pietrosi, sotto i cieli stellati; nell' intimità dei serragli; negli harem traboccanti di voluttà Sinouè non trascura nessuno dei molteplici talenti di Avicenna: filosofo, matematico, astronomo, sapiente in ogni cosa e, infine, amante appassionato. Di città in città, tra deserti e montagne, la straordinaria vita di Ibn Sina si dipana fino all' ultima tappa del suo cammino: Isfahan, la città sublime dove Avicenna muore a cinquantasette anni dopo aver bevuto, fino all' ebbrezza, alla coppa del sapere e dell'amore.
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Il colore del Paradiso
James Runcie ed Garzanti
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Siamo a Venezia, alla fine del Duecento. Teresa, una donna che ha sempre desiderato un figlio, raccoglie un trovatello. Il bambino si chiamerà Paolo. Quando cresce, i suoi genitori adottivi, Teresa e suo marito Marco, vetraio a Murano, si accorgono che, pur essendo miope, l piccolo Paolo ha un talento straordinario, una vista per altri versi acutissima: riesce a distinguere un pezzo di vetro da una pietra preziosa grazie alle sfumature di tono e colore. Quando il pittore Simone Martini verrà a sapere delle doti del ragazzo, deciderà di inviarlo alla ricerca del colore perfetto, l’azzurro oltremare. Sarà un lungo e pericoloso viaggio, fino ai confini del mondo, dalla Persia all’Afghanistan alla Cina: Paolo imparerà lezioni preziose sulla vita, sulla bellezza, sull’amore.
Tra leggenda e romanzo, James Runcie racconta una straordinaria avventura sospesa tra vita e arte: un giovane alla ricerca della bellezza e di sé stesso, incontrerà personaggi straordinari che gli insegnano le cose che contano nella vita:
«Vuoi che ti parli dell’amore?»
«Sì. »
«Allora immagina di essere in punto di morte.»
«Qui?»
«Ti faciliterà il compito. Ti trovi in un letto, non in battaglia, o per mare o ai piedi di questa montagna. In un letto. Sei comodo ma ti senti debole. Al tuo fianco c’è un calice pieno d’acqua, fatto di vetro veneziano. Non hai fame. E non ci sono distrazioni. Avere simili preoccupazioni sarebbe futile, perché sai che stai per morire. Stai aspettando con una certa tranquillità la fine, l’ultima oscurità, il silenzio finale.
«E mentre aspetti, nella fioca luce della sera, scaldato dagli ultimi raggi del sole, ti accorgi che accanto a te è sdraiata una persona che cerca di tranquillizzarti e farti addormentare. Ma chi è questa persona? Com’è la sua voce?
«In quel momento capisci che la sua è l’ultima voce che sentirai sulla terra. L’addio finale. Morirai mentre questa voce ti dice quanto sei stato amato, salutandoti con un sussurro. Ma a chi appartiene? …
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Samarcanda
Amin Maalouf ed Bompiani
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Una sera d'estate del 1072, un giovane giunge a Samarcanda. E' Omar Khayyam, astronomo, matematico di genio, filosofo e poeta sopraffino. Le sue quartine - i celebri 'robaiyyat'- ignote ai più mentre lui era in vita, conosceranno un'enorme popolarità soltanto sette secoli dopo la sua morte.
L'epoca inquieta in cui visse lo costrinse a interrompere spesso gli amati studi per attraversare in luongo e in largo, errando di corte in corte, la Persia che allora si estendeva fino all'Asia centrale. Khayyam abitò a Nishapur, Samarcanda e Isfahan, e fu amico di personaggi eccezionali fra i quali spicca Hassan Sabbah, fondatore della setta degli Assassini. Durante i suoi vagabondaggi, Khayyam continuò a bere vino, ad amare le donne, a respirare i profumi del deserto e a scrivere quei versi che ancor oggi ci incantano per la loro freschezza e di cui mai fu trovato l'originale.
Amin Maalouf, col talento narrativo di sempre, ci conduce lungo la via della seta attraverso le più affascinanti città dell'Asia. Parafrasando Edgar Allan Poe, ci dice: "Rivolgi il tuo sguardo su Samarcanda. Non è la regina della Terra? Fiera, al di sopra di tutte le altre città?"
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