Al tempo di Charles Darwin, Philip H. Gosse scrisse il libro Cmphalos [Ombelico]. In questo libro Gosse si pone la domanda se Adamo avesse l'ombelico. Come primo uomo egli non ebbe una madre e quindi nessun cordone ombelicale, ma senza ombelico sarebbe stato diverso da tutti gli altri uomini.Una domanda analoga recita:
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"Dagli anelli annuali degli alberi si può vedere quanto essi siano vecchi. In paradiso gli alberi avevano questi anelli che segnano gli anni?" Gosse risponde in termini positivi: Dio ha creato gli alberi con questi anelli e Adamo con l'ombelico. Dio creò la realtà con tutti i contrassegni di un lungo passato.
Questa soluzione è logicamente coerente, ma fa della scienza una cosa assurda.
Anche per la fede questa non sarebbe una conquista; in tal modo, Dio apparirebbe come il grande prestigiatore, se non addirittura come un ingannatore. Ma allora come dobbiamo interpretare il racconto della Genesi?
Nel dibattito sulla collocazione della terra e del sole, Galileo Galilei citò un cardinale, il quale avrebbe detto che la Bibbia non intende insegnarci come vanno i cieli, bensì come noi andiamo al cielo.
Analogamente, si potrebbe dire che non si tratta della questione di come è nata la vita, bensì della questione di come noi dobbiamo vivere davvero.
La funzione del linguaggio religioso è diversa da quella del linguaggio scientifico. Inoltre, si può anche cercare di vedere nell'esame della realtà l'elemento naturale come opera di Dio. Dio è il fondamento dell'esistenza, il fondamento delle regolarità e del caso, che ha condotto a questa ricca pluralità di forme di vita. Il sacerdote e biochimico anglicano Arthur Peacocke ha utilizzato l'immagine del compositore: come Beethoven è per noi presente nella musica, così Dio è presente nel mondo.
Cosa fare, quindi, del racconto della Genesi? Come studioso della Genesi ed osservatore del comportamento umano sono, in questi anni, arrivato ad una conclusione interessante. Ho scoperto una vera e propria “psicologia biblica” che studia le cause del dolore umano fondamentale, ma anche una sua soluzione.
Il mio studio da teologico è diventato psicologico, da filosofico a terapeutico.
In questa ottica il racconto delle Genesi si apre al lettore con una chiave di lettura nuova.
Esistono delle analogie interessanti fra il processo evolutivo individuale e il racconto edenico.
L'articolo prosegue sulla dispensa spiegando la metafora del racconto di Adamo ed Eva, dando un'interpretazione che diventa pratica per lo studioso della quartavia, scopriremo con sorpresa che proprio nel primo capitolo della Genesi è racchiuso tutto lo scopo del Lavoro su di sé.
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