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seguire i percorsi già tracciati, contribuendo a loro volta ad aumentare la profondità dei bacini esistenti e accrescere, di conseguenza, la loro capacità di attrarre altri flussi psichici (per questo li chiameremo ‘bacini di attrazione psichici’, in sintonia con il moderno linguaggio della fisica dei Sistemi Complessi).
La cultura e l’istruzione interferiscono prontamente con questo processo naturale, iniziando a costruire dighe, barriere, chiuse e canali allo scopo di controllare la turbolenza di quei flussi, dirigerli lungo vie preferenziali e soprattutto di confinare i ‘bacini di attrazione psichici’ (BaP) di ogni individuo all’interno di porzioni circoscritte del suo territorio mentale. E sono proprio questi confini artificiali imposti al territorio mentale a definire i limiti di quello che è il ‘Senso Comune’ (lo chiameremo la ‘Regione SC’) relativo ad una data cultura: chiunque travalichi questi limiti non potrà più rapportarsi efficacemente con il proprio gruppo sociale e darà luogo a comportamenti ‘devianti’, non ‘normali’ e verrà immediatamente catalogato, nel migliore dei casi, come un disadattato, un tipo eccentrico o trasgressivo, nel peggiore come un pazzo o un criminale. Verrà espulso, imprigionato, combattuto o ridotto al silenzio. In casi estremi addirittura torturato e messo sul rogo (un tempo fisicamente, oggi per lo più solo psicologicamente ma con effetti analoghi).
Dunque solo apparentemente noi siamo liberi di pensare, desiderare e immaginare ciò che vogliamo. In realtà tutta la nostra vita mentale è strettamente confinata all’interno della regione SC definita dalla nostra cultura: ed è questa una prigione psicologica ben più potente di qualsiasi prigione fatta di sbarre metalliche e mattoni, per la semplice ragione che di essa non siamo per niente consapevoli. Come un pesce non percepisce l’acqua in cui è immerso, noi questa prigione non la vediamo neppure e tanto meno, quindi, sentiamo la necessità di evaderne. Anzi, il nostro condizionamento è tale che se talvolta ci capita, casualmente, di mettere il naso appena fuori da essa veniamo subito presi da una spiacevole sensazione di vertigine, da sensi di colpa o di vergogna di cui non sappiamo definire l’origine ma che classifichiamo come sensazioni negative cercando immediatamente di sopprimerle. Senza accorgerci che, con esse, sopprimiamo parimenti quel fondamentale stimolo all’esplorazione di nuovi territori mentali che da sempre è stato alla base della spinta creativa umana, di quel mutamento di prospettiva interiore che in definitiva è il vero motore dell’evoluzione e del progresso.
continua.....
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