Hanno gridato, mentre gli infilavano il cappio al collo,
VIVA LA LIBERTA’!
Ora sono davanti a noi, sospesi…
Li hanno messi alla forca, in questo paese islamico, tradizionalista e fondamentalista, solo perché erano gay.
Si amavano, profondamente.
Ma erano due maschi, con l’unica colpa di avere un amore con un sesso sbagliato, la cui unica colpa era quella di essere nati in questo paese.
La colpa di essere nati.
Ora tu, spettatore impotente di questa terribile esecuzione, stammi vicino.
Mi sento solo, perché sono gay anch’io, anche se nessuno lo sa.
Stammi vicino, sono morto anch' io quest’oggi.
E nessuno mi piange.
Poi, come se ascoltassi i miei pensieri,
ti giri e mi guardi. Uno di quei due ti era fratello.
Subito sento che mi leggi dentro,
la sofferenza rende sottile qualsiasi udito.
In un istante sai che puoi fidarti, che puoi condividere….
Nascondendo una lacrima, sottovoce mi chiedi:
Dov'è Dio?
Non lo so.
Eppure una forza più grande della mia, mi fa girare il capo.
Li guardo …. e dico:
E’ lì, appeso a quelle corde.
Giovanni Quinti - 2003
(Questa poesia è stata ispirata da un brano del cantante Lindo Ferretti)
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