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Articolo 1

"Essere nella Via nel terzo millennio"

Dario P. (Varese)

Per recarsi in un luogo non meglio precisato che c’è stato indicato di visitare, prendiamo come esempio: “VITTORIA”, la prima cosa che il buonsenso ci dice di fare è consultare un atlante, così ho fatto anche io e mi sono messo a cercare.

Il risultato di tale ricerca mi ha portato a conoscere l’esistenza di luoghi diversi che portano questo nome, quale sarà quello giusto?

 

  1. Vittoria, città della Sicilia - Ho fatto una breve vacanza tempo fa in questa bellissima regione che non conoscevo, ho promesso a me stesso di ritornarci.

  2. Stadio della Vittoria (Bari) - Al momento i miei interessi sono per altro genere d’attività che non si svolge in tali luoghi, mi piace però la Puglia, Castel del Monte, ecc…

  3. Suburbio della Vittoria (Camilluccia - Roma) – Prendo il dizionario e cerco di avere conferma sul significato della parola “suburbio”, penso voglia dire sobborgo, e leggo: “la zona della città dove essa si espande in modo più o meno ordinato”. Era come avevo immaginato ma non ne ero certo. L’idea di ritornare a Roma non mi dispiace, ci ho vissuto anni fa ed è la città in cui vive una persona a me molto cara, può essere l’occasione di andarla a ritrovare.

  4. Rifugio della Vittoria (Lecco) - E’ relativamente vicino a dove abito ora, non devo percorrere molta strada per arrivarci e poi la parola “rifugio” mi ricorda l’argomento di cui dovrei parlare.

L’introduzione mi è servita per descrivervi la situazione in cui mi sono trovato quando mi è stato chiesto di scrivere questo articolo. Che fare? Prendo uno dei tanti libri che ho (alcuni li ho anche letti) e cerco degli spunti o scopiazzo qui e la? Come faccio a parlare di ciò che ho letto e conosco solo in parte per esperienza diretta? Di un cammino che ha impegnato tanti esseri per una vita intera e che io ho appena iniziato? Il riferimento se non fosse evidente è all’“… Essere nella Via … Riflessioni di un discepolo (?) d’oggi”.

Prendendo a spunto quanto sopra detto, la mia esperienza passata mi suggerisce che l’atteggiamento giusto da avere di certo non è quello di fare promesse che non so se potrò mantenere, del tipo: “… bene, io voglio, io posso, quindi decido di “essere un ricercatore”, senza sapere se ne ho le capacità e la possibilità.

Neppure quello di sapere di cosa realmente ho bisogno per evolvere dalla mia natura meccanica “se non mi è mostrata la Via”, … cosa faccio? Vado in Sicilia o in Puglia?

Forse cercare conferme di ciò che mi piacerebbe fosse la Ricerca per soddisfare il mio centro emotivo è l’unica strada percorribile nella attuale condizione? Qualcosa mi dice che è il centro che devo cercare e non limitarmi ai sobborghi, … un proverbio dice: ”tutte le strade portano a Roma”, Roma Caput Mundi.

Trovare “rifugio” dalle mie paure e speranze, perché intimamente convinto, nelle braccia di “Lui”, così vicino e lontano allo stesso tempo, … sento che è la condizione più auspicabile.

 

Fatta questa premessa, dico subito di aver omesso di proposito “… nel terzo millennio”, perché pur essendo cambiata la forma della trasmissione, non penso che la sostanza sia cambiata e cosi come il Contatto con la Fonte era il fondamento della Via, secoli fa, lo è ancora oggi... occorre trovare un Maestro vivente.

 

Mi ha trovato, sento che è più corretto esprimermi così, ad una conferenza a Milano, al termine della quale mi si è avvicinato per un saluto dicendo: “Professore”.

Non era quello che mi aspettavo, da chi vedevo per la prima volta, mi aveva toccato nel mio orgoglio? Forse voleva mettere alla prova la mia sincerità? Perché ero li? Mi ci aveva portato la mia avidità di sa- pere o il desiderio di imparare come “essere”? Non lo so, mi ero ripromesso di chiederglielo ma non né ho sentito più il bisogno. Ho invece lasciato lavorare quella parola dentro di me pensando che probabilmente il mio atteggiamento lasciasse trasparire la mancanza d’umiltà o di non essere come coloro che posseggono la scienza e la applicano, ma tra quelli che la possiedono soltanto senza metterla in pratica.…

Se avessi compreso non sarei dove sono, … ed io ero lì.

Distinguere la verità dalla vanità, non è sempre facile, ogni giorno devo lottare con questa parte di me che nella sua presunzione ed arroganza ritiene di “essere”, mentre una parte di me è preoccupata al solo “apparire”. Qualcuno ha detto: “Penso quindi sono”. Ma riflettendo non sarebbe più corretto dire: “ Sono quindi penso”? Ma chi sono io? …

 

Quel saluto a me rivolto e ciò di cui aveva parlato, alla conferenza cui ho partecipato, aveva fatto scattare qualcosa dentro di me e grazie a Lui, dopo alcuni anni di letargo, il lavoro su me stesso era “ripreso”.

Negli incontri che seguirono, una tacita accettazione che quel “ragazzo”, molto più giovane di me, avesse la possibilità di mostrarmi lati di me stesso che neppure io conoscevo, s’impossessò di me.

Lo metterò alla prova, voglio approfondire la sua conoscenza … errore era Lui che aveva iniziato a lavorare con me, come se mi conoscesse da sempre, … avevo ritrovato l’Amico.

 

Così come quando chiediamo indicazioni per un luogo che non conosciamo, diamo fiducia alla persona cui ci si rivolge, non avevo scelta … sottomettermi era l’unica condizione possibile, seguirò i suoi suggerimenti. …Certo non è facile, ma che cosa ho da perdere e quale il guadagno?

Ma neppure di questo si tratta, è stato detto: “Mi piacerebbe sapere che cosa abbia realmente guadagnato un uomo privo della Conoscenza e che cosa non abbia guadagnato l’uomo che la possieda”.

Il viaggio con Lui era iniziato, dove mi condurrà? … Mi fermo qui.

 

Se leggendo questo breve scritto pensava di trovare appagamento alla sua curiosità e cercava risposte alle sue e alle mie domande, certamente sarà rimasto/a deluso/a. Non compete a me né illudere né consolare con risposte risolutive, in questa materia, mi sento ancora un bambino bisognoso di essere tenuto per mano e nello stesso tempo abbastanza adulto da provare ad assumermi le mie responsabilità.

M’incammino, … VITTORIA mi aspetta, c’incontreremo lì e scambiere- mo le nostre esperienze.

 

Termino questa breve riflessione, mi permetta di farlo, con le parole di un Maestro sufi Hakim Sanai; purtroppo la mia inadeguatezza e incapacità sono venute a galla, ma l’aiuto non manca se proviamo ad ascoltare il nostro cuore, … lascio parlare lui ed io mi siedo in disparte, ripetendo le sue parole in silenzio.

 

“ Se non si fosse mostrato a noi, come avremmo potuto conoscerLo?

Se non ci mostra la Via, come possiamo conoscerLo? …

 

“ Abbiamo tentato di raggiungerLo attraverso la ragione, ma non ha funzionato;  

non appena abbiamo smesso ogni ostacolo è scomparso. …"

 

“ Egli si è mostrato a noi per bontà: altrimenti come avremmo potu- to conoscerLo?

La ragione ci ha condotto fin sull’uscio, ma è stata la Sua presenza a farci entrare. …"

 

“ Come potrai mai conoscerLo finché capace non sarai di conoscer te stesso?”

   

 

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