Da quando ho iniziato a sentire un irrefrenabile desiderio di capirci qualcosa di più circa la mia vita e al perché della mia esistenza, da quando cioè un piccolo “grillo parlante interiore” prese a punzecchiarmi e a dirmi che non era più il momento di credere alle favole, ho cominciato a “dormire” scomodamente…e nei rari momenti in cui non mi giravo dall’altra parte rimandando le riflessioni del grillo ad altro momento, mi facevo questa domanda: quando guardo qualcosa o qualcuno, quando prendo parte o assisto ad un evento, vedo la realtà? Quello che vivo, è proprio come io lo vedo?
In questo periodo sto leggendo il libro “I racconti di Belzebù a suo nipote” di G.I.Gurdjieff (un tomo di 1024 pagine, ma credo valga la pena di continuare fino alla fine) e, a tal proposito, sono rimasta colpita da un brano che riporto:
“Alla natura degli esseri attuali è diventata inerente la proprietà di vedere soltanto l’irreale. Rendiamo loro questa giustizia: negli ultimi secoli si sono meccanizzati talmente “ad arte” da non veder più nulla di reale” .
In questo libro l’argomento è trattato in maniera allegorica, ma non lascia troppo spazio a dubbi: gli abitanti della Terra, che G. chiama “esseri tricerebrali”, credono a tutto quello che sentono dire e che viene loro riportato e non a ciò che ricordano come sperimentato direttamente. Facciamo un esempio: a quanti di noi non è capitato di ascoltare con interesse una “chiacchiera piccante” su un conoscente che consideravamo “una personcina davvero per bene” e di convincerci della sua veridicità solo perché qualcuno che accompagna il “rivelatore di scoop” lo conferma? " Si, è tutto vero...L’ho sentito dire anche io”…….(magari dalla stessa persona che lo sta dicendo a noi). E ci ritroviamo a pensare: "Mamma mia, ho sempre pensato che i pettegolezzi vadano evitati……ma questo era proprio da non perdere!"
Da quel momento, la persona in questione, assente e senza possibilità di replica, rappresenterà per noi l’incarnazione dello scandalo. Scandalo? In base a quale parametro? Di chi? E se non fosse vero? Ma ci piacciono gli scoop e quindi diventiamo ciechi ….. e non ci va di porci tali domande. Meglio far tacere il grillo parlante…
Il peggio, poi, viene quando “versiamo il nulla nel vuoto” pensando di versare del buon vino in una botte di resina. ”Versare il nulla nel vuoto” è un’altra espressione del nostro “impietoso” Georges I. Gurdjieff…, ed indica il “credere” di fare qualcosa anche se in realtà non stiamo facendo proprio nulla. Pensiamo di versare qualcosa in qualcosa d’altro mentre invece non versiamo nulla da nessuna parte. Viviamo nell’illusione di poter decidere mentre invece è la nostra mente illusa che ci comanda. Ci ripromettiamo di fare qualcosa…….e poi sopraggiunge un’altra parte di noi che diventa più forte dell’altra e…….ogni proposito va a farsi friggere. Non abbiamo unità.
Siamo un mare di personalità e vediamo la REALTA’ completamente distorta, una volta con gli occhi di una PERSONALITA’, il giorno dopo con gli occhi di un’altra PERSONALITA’. Siamo macchine che automaticamente si muovono seguendo comandi a caso di conducenti a caso. Oggi guida un IO e ci porta in una direzione. Domani veniamo sbalzati nella direzione opposta da un altro conducente impazzito.
Viviamo in prigione e pensiamo di essere liberi. Anche se ogni volta che tentiamo di fare un passo soltanto, sbattiamo il naso contro delle sbarre sempre più spesse.
Un giorno, mentre elucubravo in questa maniera, sinceramente afflitta per quello che avevo scoperto di me stessa, mi domandai da dove poter cominciare per apportare un cambiamento e iniziare finalmente a vivere la mia vita e mi venne una idea: perché non chiedere aiuto a chi dalla prigione era già evaso?
E’ stata l’idea più bella e nello stesso tempo più ardue che io abbia mai avuto. Riuscirò un giorno nell’impresa? Non so. Almeno ci provo. Con l’aiuto di chi è già evaso dalla mia stessa prigione.
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