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Abbiamo intervistato per voi Giovanni Maria Quinti (Regista e Fondatore della Compagnia) e Maria Campisi , l’attrice protagonista che interpreterà il ruolo di Bianca.
D: Sig. Quinti di cosa tratta questo nuovo spettacolo? R:"A differenza de “Gli Allievi di Monsieur Gurdjieff”, questo spettacolo è una commedia esilarante, dai ritmi veloci ed incalzanti il cui obiettivo è quello di ironizzare sull’atteggiamento della psicologia contemporanea che, spesso, pone se stessa con una protervia che è alla base dei suoi tentativi falliti, delle terapie rovinose e degli approcci sbagliati."
D: Una commedia, quindi? R:"Si esattamente una commedia tragicomica che ha come perno centrale il seguente messaggio: solo quando saremo capaci di iniziare un percorso interiore che non si basa sulle aspettative o sulle proiezioni che facciamo sull’altro, sui “principi azzurri” o sulle “principesse da salvare” potremo iniziare un processo evolutivo reale. Solo quando avremo compreso che c’è bisogno di qualcosa di più di una semplice “psicologia di vita”, potremo incamminarci nella giusta direzione."
D: Qual è il contenuto della storia? R:"Lo spettacolo è la storia di Bianca, una donna tradita dal marito, per anni in terapia, che decide di farla finita in modo eclatante: buttandosi dalla finestra della propria psicologa. Lì sul cornicione fa degli incontri nuovi… ma non voglio raccontarvi nulla, altrimenti rovinerei l’effetto sorpresa!"
D: Ha qualche attinenza questo spettacolo con la Quarta Via? R: "Non in maniera diretta. Nello spettacolo non si cita Gurdjieff, né il Sistema. Per uno spettatore ordinario sembrerà esclusivamente una commedia brillante, tendente al comico. Eppure per i miei compagni questo è un “Lavoro di Scuola”.
D: Sig.ra Campisi cosa le sta dando quest’esperienza? R:"Come tutte le nuove esperienze, mi pone davanti ad un cambiamento e quindi ad una opportunità di crescita. Questa esperienza mi da la possibilità di mettermi in gioco e di sperimentare cose nuove con me stessa e con gli altri attori della compagnia."
D: In che modo il teatro è strumento di “lavoro su se stessi”? R: "Il teatro ci dà l'opportunità di infrangere le maschere che solitamente indossiamo nella vita, dovunque e con chiunque. Inoltre ci mostra quanto siamo identificati con queste maschere e quanto sia arduo sostituirle. Lavorare su questo, secondo me, è molto importante anche se difficile e faticoso. Ci stiamo provando...
D: Cosa ha scoperto di se stessa interpretando il ruolo di Bianca? R:"Che i miei problemi (come quelli di Bianca) sono gli stessi problemi che hanno tutti ,cambia solo la maschera esteriore e la modalità espressiva della sofferenza e finché non cercheremo di avvicinare e contattare la nostra essenza, non c'è terapista o psicologa che ci possa aiutare.
Beh, allora verremo tutti allo spettacolo!! Buon lavoro a tutta la Compagnia e, come si dice in questi casi, in bocca al lupo! |
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