Le parole usate per definire la Via sono mere approssimazioni.

Incontri di Studio

Articoli

Racconti

Forum

English version

 

 

Fondamenti del Pensiero Gurdjieffiano

 
 

 

 



 

Questo sito è dedicato al Lavoro e a tutti i Cercatori

 

 

Stiamo cercando

Librerie On Line

Biografia

Notizie sulla vita

di G.I.Gurdjieff
 

Pagina dei links

Scambio di Banner

Segnala il tuo sito

 

Si terranno:

Corsi Cucina Araba

Enneagramma

 



 

Approfondimenti del Sistema della Quarta Via


Il significato dell'Esercizio dello Stop.

di Rosa Borsini

 

 

Gurdjieff utilizzava l’eser-cizio dello stop per sviluppare il ricordo di sé.

In cosa consisteva questo esercizio? Interrompeva improvvisamente “i movimenti” degli allievi gridando la parola STOP! Gli altri dovevano fermarsi come si trovavano, col fiato sospeso. La bocca aperta se si stava parlando, una gamba sollevata se si stava danzando o camminando. Per qualche istante o qualche minuto, si restava in ascolto.

Dieci anni fa, o forse più, ebbi come la necessità improvvisa ed impellente di fermarmi.
Dovevo dare uno stop, una pausa alla mia vita meccanica, quasi totalmente invasa dalla presenza delle mie figlie (o dal mio pensiero per loro!), dalle loro esigenze, dal lavoro, dal mio compagno, dai familiari, dagli amici, dai vicini. Non avevo alcun tempo per me!
Mi sembrava che ognuno voleva qualcosa, imponeva i propri bisogni, mi chiedesse. Ed io ero lì, disponibile a tutto e tutti, tanto da non considerare più me stessa.

Mi affannavo a districarmi nella gestione dei rapporti, a mettere una graduatoria di priorità e, alla fine, dovevo accettare che, anche con tutto questo mio gran da fare, nessuno stava bene. Me in primo luogo!

Mi venne in mente di mettere una regola piccola tipo: non ci sono per nessuno dalle 17,00 alle 17,15.

Incredibile! Chiudevo la porta della stanza e sentivo che tutti si ribellavano fortemente a questa novità tanto da mettermi in crisi sul proseguimento dell’esperimento. Sono andata avanti. Tutto succedeva in quel quarto d’ora: squillava il telefono, suonavano alla porta, arrivava la vicina che voleva un elettrodomestico, Cinzia aveva bisogno di dirmi una cosa urgente. Sembravano tutte cose improcrastinabili ed invece non c’era niente di così urgente che non potesse aspettare.

Solo un quarto d’ora al giorno di assenza aveva fatto scatenare il putiferio

Quel quarto d’ora con me stessa mi permetteva di vedere le cose per quelle che erano veramente. Mi staccava temporaneamente alla mia corsa meccanica, alle quotidiane,

molteplici identificazioni. Mi resi conto di quanto non potevo fare niente per gli altri e nemmeno per me. L’unica cosa che potevo fare era  lo STOP.

In quel quarto d’ora il tempo si dilatava e potevo constatare che:

  • ci si può distaccare dalle emozioni, dalle persone e dagli eventi;

  • questo distacco non significa meno amore per le persone anzi dà la possibilità di osservarsi nelle situazioni con loro  da un altro punto di vista;

  • questo pacato osservatorio permette di catturare elementi importanti delle persone e delle relative situazioni che altrimenti sfuggono,

  • capita, talvolta, di trovare qualche buona idea da utilizzare nel momento del ritorno nella mischia,

  • non  c’è sperpero energie, anzi, quel distacco, ricarica.

Naturalmente quando ho iniziato questo esperimento non sapevo nulla o quasi della Quarta Via. Di Gurdjieff mi aveva parlato una mia amica in ufficio, durante le pause caffè.  Mi ero incuriosita, ma allora ero troppo impegnata  dietro alle cento identificazioni della vita quotidiana.

Poi studiando le sue idee ho constatato che Gurdjieff applicava, con i suoi allievi, un esercizio simile a quello che facevo in quel periodo della mia vita. Egli diceva: “Senza questo esercizio un uomo ordinario non può divenire padrone del suo Centro Motore.”

Affermava che ogni razza, ogni epoca, ogni nazione, ogni paese, ogni classe, ogni professione possiede un numero definito di pose e movimenti. Tali pose o attitudini controllano la forma pensiero e la forma sentimento dell’uomo, essendo la sua parte più immutabile e più permanente. Sosteneva, quindi, una diretta relazione del Centro intellettuale ed emotivo con il centro motorio. (cfr. Frammenti di un insegnamento sconosciuto di Ouspensky p.388)


L'Articolo continua spiegando come il lavoro su sé stessi non può prescindere dal lavoro sul corpo e come l'esercizio dello Stop rappresenti uno strumento di osservazione per liberarci dai nostri automatismi.

 

Per leggere tutto l'articolo:

Richiedi le dispense

     

      Leggi gli altri articoli


 

©Tutti i diritti sono riservati. La copia di qualsiasi porzione di questo sito senza autorizzazione verrà perseguita a norma di legge.