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Le Origini della Quarta Via


Gurdjieff e il
Cristianesimo delle Origini
di Giorgio C. Tagliafico

 

Possiamo considerare il messaggio di G. apparentemente articolato e spesso di difficile comprensione per chi si avvicina allo stesso senza una guida che abbia già vissuto in prima persona il percorso di fuga dalla “prigione” (che per G. rappresenta simbolicamente la “gabbia” di maschere della “falsa personalità”), affidandosi solamente alla lettura di testi sull’argomento.
Tramite gli articoli di studio, proposti nelle dispense, trattiamo argomenti che servono a chiarirci questo messaggio giungendovi da più punti di vista poiché lo stesso messaggio lo si può ritrovare, una volta avuta la chiave di lettura, in molte tradizioni.

Vorrei introdurre, nella trattazione di questo argomento, alcune citazioni tratte da un testo poco conosciuto in cui il messaggio gurdjieffiano viene presentato nella sua più profonda essenzialità.
Si tratta di: “Monsieur Gurdjieff, ma lei chi è?” di René Zuber, un allievo di G. durante l’occupazione di Parigi da parte dei tedeschi. Lo Zuber sembra aver colto la chiave di lettura che permette di comprendere il messaggio esoterico di Testi Sacri della nostra Tradizione, quali il Vecchio e Nuovo Testamento; nonché di

quelli di altre Tradizioni più o meno lontane dalla nostra.
Leggiamo, dalla testimonianza di René Zuber, come Gurdjieff parlava di questi argomenti: “Facendo allusione al comandamento ben noto che prescrive di amare il prossimo come se stessi, chiese chi ne fosse capace.

‘I comandamenti esistono come un ideale ma la scienza, che ci renderebbe capaci di osservarli, è perduta. Essa costituisce tuttavia l’altra metà del cristianesimo, il suo esoterismo, ed è stata conservata in alcune Scuole.

Ognuno potrà esservi iniziato durante il soggiorno all’Istituto che si è appena aperto al Prieuré, a condizione di risentirne la necessità.’ Così egli ha parlato del cristianesimo, ma soltanto a delle persone che ne avevano una certa conoscenza. Si sa, comunque, quanto poco a lui importasse l’etichetta: ebreo, cristiano, buddista, lamaista, islamico... appena si arriva al midollo si tocca, sotto appellativi diversi, la stessa verità.” (Pag. 41) Leggiamo anche in “Frammenti: “Dovete capire, diceva, che ogni vera religione, parlo di quelle create con uno scopo preciso da uomini veramente sapienti, comporta due parti. La prima insegna ciò che deve essere fatto. Questa parte rientra nella sfera delle conoscenze generali e si corrompe col tempo man mano che si allontana dalla sua origine. L’altra parte insegna come fare ciò che insegna la prima. Essa è conservata segretamente in certe scuole e col suo aiuto è sempre possibile rettificare ciò che è stato falsato nella prima parte, o reintegrare ciò che è stato dimenticato.

Senza questa seconda parte, non può esistere conoscenza della religione o, in ogni caso, questa conoscenza resta incompleta e molto suggestiva. Questa parte segreta esiste nel Cristianesimo, cosi come in tutte le altre religioni autentiche, e insegna come seguire i precetti del Cristo e ciò che essi realmente significano.” (Pag. 337-338)

A chi, come me, ha subito l’influenza della religione essoterica (esteriore), sentendola come un grave peso da cui liberarsi al più presto, l’associare il pensiero, il “metodo” Gurdjieff, al Cristianesimo può suonare al primo impatto una forzatura soprattutto se il percorso lo portasse ad incrociare idee che pensava di avere definitivamente liquidato come menzogne o comunque non aderenti alla "sua" idea di realtà: come l'immagine di un Dio antropomorfizzato, o l'uso di rituali e "mantra" che rievocano quelli della religione come noi tutti la non-conosciamo.

Ma ritorniamo ad un passo del testo di René Zuber in cui tratta della sua nuova comprensione:
“Nell’istante in cui mi attraversò, come un lampo di fuoco, l’idea che l’insegnamento non era altro che una versione del Vangelo in un linguaggio diverso, fui preso da una grande gioia ed ad un certo tempo da una certa inquietudine. Perché? Diciamo per semplificare che avevo la sensazione di entrare in un territorio riservato. Perché il Cristianesimo non è nato ieri ed appartiene di diritto ai santi ed ai dottori della Chiesa. In più, nonostante ai nostri giorni sia universalmente messo in dubbio, è chiaro che esso è il fondamento delle nostre istituzioni, dei nostri codici, della nostra etica ed impregna molto profondamente i nostri pensieri.
Era possibile che non l’avessimo fino ad allora riconosciuto nell’insegnamento sconosciuto? Per riconoscerlo sotto una forma che non avevamo mai visto, avremmo dovuto poterne gustare l’essenza (che conserva il suo sapore attraverso tutti i cambiamenti dell’apparenza). L’essenza del Cristianesimo? Non ci si aspetti che provi a definire qualcosa che appare al di là di ogni definizione. Ma sarebbe ingiusto volerlo ignorare del tutto.” (Pag. 37-38)


L'Articolo continua descrivendo alcune delle numerosissime corrispondenze esistenti tra i Vangeli ed il pensiero di Gurdjieff.

 

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