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Il Sacrificio di Isacco

di Fratel Gaio

 

Non è possibile sapere preventivamente quello che accadrà nell’Essere umano durante il suo Viaggio spirituale, quale parte di lui fiorirà e quale, invece, perderà forza. Isacco è l’adempimento della promessa di Dio. E’ la conseguenza del Lavoro su se stessi.

Isacco non è, in realtà, il risultato programmato di un lavoro, o lo sforzo progettato e concretizzato. Lo è Ismaele, come abbiamo già visto.

Per questo gli rimarrà sempre “sottoposto” ad Isacco; a lui inferiore.

Il vero “Frutto” dell’Opera Iniziatica è Isacco: inatteso, conseguenza pura, quasi non voluta, addirittura la cui possibilità era talmente improbabile che al solo immaginarla era derisa. (Gen. 18:12) Questo risultato straordinario è evidenza concreta dell’azione dei Centri Superiori sulla mente ordinaria.

L’Uomo rigenerato non è una “bella copia” dell’uomo ordinario, non ha nulla a che spartire con un uomo “modificato”, “perfezionato” o “guarito”. Egli E’ una cosa nuova.

Le fondamenta su cui, ieri, costruiva la propria vita sono completamente divelte. E’ una nuova creatura, nata una seconda volta, generata non da stirpe umana, ma celeste. Questa similarità rende Isacco affine allo stesso Gesù, anch’egli simbolicamente nato non da Giuseppe, bensì direttamente dalla Fonte Divina. Questa frattura con l’uomo di ieri, la frantumazione definitiva del passato e la costruzione non di un rammendo nuovo su un abito vecchio, bensì la nascita di una Nuova Terra e di un Nuovo Cielo è segno distintivo della realizzazione dell’Opera. Come si può riconoscere un risvegliato, un santo? Se quell’uomo è lo stesso di ieri, se il suo viso non è cambiato, se non è una persona nuova, egli NON E’ “nato di nuovo”.

Il libro dell’Apocalisse, che in futuro studieremo sotto il profilo psicologico, spiega tutte le fasi del percorso evolutivo iniziatico.

Nell’ultimo stadio, Giovanni vede un Universo Nuovo: la creazione di un nuovo cuore, di una nuova mente, di una nuova vista.

 “…Poi vidi un nuovo cielo e una nuova terra, perché il primo cielo e la prima terra erano passati, e il mare non c’era più…” (Ap. 21:1) I programmi di Abrahamo, comunque benedetti da Dio (Gen. 21:8-21), non tengono confronto con la Forza della nuova natura che i Centri Superiori infondono in lui. L’incredulità di Sara, che la porta a deridere la promessa divina, si trasforma in una nuova comprensione. Lei ora ride di gioia, quella gioia che sorge dalla consapevolezza della grandezza di Dio.

Isacco, infatti, in ebraico vuol dire “Egli ride” ed indica che il frutto primario del Lavoro su di sé è sempre la Gioia, l’Estasi, lo stato d’unione, l’ebbrezza divina.

Questa dimensione coscienziale inaccessibile ordinariamente è il segreto dei mistici, che nella Quarta Via è sperimentata senza separarsi dalla vita quotidiana condotta nel mondo. Quando un uomo genera tale “Isacco” spirituale, tale Nuova Creazione interiore, è realizzato nel suo profondo; nulla possiede e da nulla è posseduto.


L'Articolo continua spiegando il significato della tremenda prova che attende Abrahamo: il sacrificio del figlio Isacco

 

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