Studio ed approfondimento dei Testi Sacri
Giacobbe diventa ISRAELE!
Dopo il patto con Dio, inizia, per Giacobbe, un percorso straor-dinario che lo condurrà a fare numerose esperienze; studiarlo è per noi importante poiché pone l’accento su alcuni aspetti essenziali. Allontanatosi da Bhetel (luogo dove egli fece a Dio la Promessa che indica l’inizio del suo Percorso) egli al-loggia temporanea-mente presso Labano, fratello di sua madre. Da lui lavora nel gregge e serve Labano, con ardore e dedicazione. Un bel giorno Labano gli comunica: “Perché tu sei mio parente dovrai tu servirmi per nulla? Dimmi quale dev’essere il tuo salario!” (Gen. 29:15) Giacobbe decide di avere come nuova compagna Rachele, la figlia minore di Labano, come forma di compenso.
Dobbiamo tenere conto del contesto storico nel quale la donna veniva considerata come una forma di compenso; per noi Rachele rappresenta la meta, il risultato di un lavoro, senza alcuna discriminazione maschilista.
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“E Giacobbe servì sette anni per Rachele; e gli parvero pochi giorni, per l’amore che le portava.” (Gen. 29:21) Giacobbe lavorò sodo in vista del risultato.
Egli si sforzò duramente per acquisire una capacità importantissima nel lavoro: la costanza.
Nel processo di crescita che avviene all’interno delle Scuole Iniziatiche un obiettivo importante da raggiungere è proprio questo: l’acquisizione della costanza nella realizzazione di un effetto.
In esse è formato l’uomo nuovo, colui che dovrà servire ad uno scopo supremo: aiutare altri a uscire dalla prigione.
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Per realizzare quest’Opera Grande ciascun cercatore deve essere attrezzato, esattamente come un soldato, di alcune qualità interiori quali: la chiarezza dell’obiettivo, la capacità di realizzarlo, la ricerca e l’utilizzo delle risorse interiori, la comprensione del giusto tempo nel quale intervenire, lo sviluppo dell’attenzione ecc.
Questo apprendimento avviene in maniera graduale attraverso compiti specifici che possono durare anni e che passano attraverso fasi ben distinte. Giacobbe, attraverso il suo apprendistato, impara a concentrarsi su ciò che fa, a non lasciarsi distrarre, ad avere chiaro l’obiettivo a cui deve giungere: doti fondamentali che poi metterà al servizio completo di Dio e della Sua Opera.
Alla fine dei sette anni Labano “…radunò tutta la gente del luogo e fece un convito. Ma la sera, prese Lea, (l’altra) sua figliola e la portò a Giacobbe, il quale entrò da lei…” (Gen. 29:22,23) Nonostante gli sforzi fatti Labano non diede a Giacobbe ciò che gli chiese sette anni prima, ponendogli questa scusa: “Non è nostra usanza dare la figlia minore prima della maggiore. Finisci la settimana di questa; e ti daremo anche l’altra per il servizio che presterai da me altri sette anni.” (Gen. 29:26,27) Con ogni probabilità la pazienza di Giacobbe venne messa a dura prova, ma egli non desistette. Lavorò altri sette anni alla corte di Labano e alla fine ebbe Rachele che “amò più di Lea” (Gen. 29:30). Ma Rachele era sterile e non poteva dare a Giacobbe il suo frutto. Ma anche in questo caso la pazienza di Giacobbe non fu toccata. Dopo molte vicissitudini Dio concesse a Rachele d’essere feconda ed ella rimase incinta di Giuseppe.
Vorrei che concentrassimo la nostra attenzione sulla qualità del servizio reso da Giacobbe a Labano durante e successivamente quei 14 anni.
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Al loro scadere egli si presentò a Labano e gli disse: “Dammi licenza, che io me ne vada a casa mia, nel mio paese. Dammi le mie mogli per le quali ti ho servito e i miei figlioli e lasciami andare; poiché tu ben conosci il servizio che t’ho prestato… tu sai in qual modo io t’ho servito, e quel che sia diventato il tuo bestiame nelle mie mani. Poiché quel che avevi prima che io venissi era poco; ma ora s’è accresciuto oltremodo e l’Eterno t’ha benedetto dovunque io ho messo piede. Ora quando lavorerò io anche per casa mia?” (Gen. 30:26,29,30)
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La Scrittura pone l’accento sulla capacità di Giacobbe di organizzare e portare frutto nel suo prestare servizio a qualcun altro. Anche Gurdjieff ha sottolineato l’importanza di quest’aspetto nel suo libro “Incontri con Uomini Straordinari”. In molte occasioni lo stesso Gurdjieff, per raggiungere il suo obiettivo di ricerca, si è adattato a lavori umili, sottomettendosi a grossi sforzi e plasmando il proprio carattere per poi sfruttare ciò che aveva acquisito. Erroneamente pensiamo che chi si occupa di cose spirituali non debba occuparsi di cose materiali, non debba avere il naso per gli affari, non debba sapersi organizzare nella vita di ogni giorno.
Eppure i Testi Sacri c’indicano, invece, che la capacità imprenditoriale, organizzativa, l’impegno che esso procura, la capacità di raggiungere un obiettivo ecc., sono doti importantissime che devono essere acquisite e condotte al servizio dell’Opera di Dio
Ricordate Gurdjieff e le sue capacità imprenditoriali? Come imparare a impegnarci ad acquisire quelle capacità inferiori che poi serviranno ad uno scopo più alto? L'articolo prosegue sulla dispensa.
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