
Inadeguato a viver appieno l’indomabile natura carnale
Eppure così poco ispirato dall’opposta tensione spirituale
Vivo appieno solo le contraddizioni
Tra l’eterno seme d’immenso a cui mi sento predestinato
E un sincero famelico istinto innato
Così vagabondo, al freddo in terre infuocate
E al caldo tra distese gelate
Cieco e visionario, nella luce più chiara come nel buio più oscuro
Contento e arrabbiato, e pazzo per molto e per niente
Mai sicuro, ma spesso paziente
Procedo sereno tentoni
Con le mie mille contraddizioni
E se mi fermo un momento a pensare
Mi accorgo che non vivo per nulla di buono e cattivo
Di amaro e di dolce, di sapido e insipido
Di lucido e opaco
Ma delle loro stesse contraddizioni
E dei sapori confusi ch’esse mi lasciano invano
Per dirmi con l’unica chiarezza che posso intendere
D’esser chiamato a tutto, fuorché a capir con l’intelletto
Il senso di questa fantastica vita
Insieme così maledetto e benedetto.
Luigi Corbella
Irrimediabilmente aggrappato a solide incertezze
Conservo solo l’indispensabile
Il mio infantile desiderio di carezze.
Il resto passa e cambia
Veloce quasi come il mio pensiero
Desideri e ambizioni e mete e voglie.
Rincorro anche le abitudini
Come a volerne accelerare il cambiamento.
Così son sempre di passaggio
A mezzo
Tra quello che sento non esser più
E quello che sarà domani, forse
Precariamente sospeso ma così proteso
A prendermi sempre poco veramente sul serio.
Luigi Corbella
So bene che sono di passaggio
A questo mondo
Straniero e pellegrino
Però non ne dimentico il paesaggio
Miraggio fecondo
Dell’autentico destino
Che giustifica la fatica del cammino
L’unico problema è non perdersi
Anche il viaggiatore di professione
Deve pur avere una casa da qualche parte
Una meta dove finalmente sedersi
Per raccontare il viaggio a se stesso, come in una confessione
E scoprire a ritroso che il percorso era già segnato sulle carte
Aveva senso, anche quando non sembrava affatto
Quando sembrava che avesse senso
Solo per dire che non c’era nessun senso da ricercare
Bisognava solo rispettare il patto
Aspettare il ritorno dell’immenso
Ricordando che lui non ci poteva dimenticare
Luigi Corbella

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